Riporto la lettera che ho ritenuto di inviare ai colleghi della Sapienza in risposta alla proposta di elezioni primarie avanzata da un gruppo di colleghi.
Care Colleghe e cari Colleghi,
nei giorni scorsi un gruppo di docenti ha avanzato una proposta per la prossima elezione del Rettore. Quel gruppo di colleghi individua come punto importante realizzare e gestire tra coloro che aderiscono alla loro proposta una sorta di “primarie” per indicare possibili candidati a Rettore.
Ne ho apprezzato molto l’intento di sollevare per tempo l’esigenza di discutere e di sollecitare la partecipazione, assolutamente necessaria in questa fase nella quale più che mai La Sapienza ha bisogno di rilancio, di qualità, di efficienza, anche a fronte dello stato di difficoltà del sistema universitario nazionale.
C’è, però, il fatto che - a differenza dei sistemi politici e dei partiti, ove dagli Stati Uniti all’Italia, pur con le dovute differenze, è stato importante introdurre meccanismi democratici e partecipativi per scegliere i leader - nella Sapienza vige già un sistema di regole elettorali basato su un meccanismo persino troppo esasperato di primarie. Nella Sapienza si svolgono di fatto fino a tre primarie, nelle quali ciascun professore ordinario a tempo pieno, può essere votato, candidarsi anche a votazioni già iniziate, fino alla quarta votazione, l’ultima, ove i due candidati con il maggior numero di voti nella terza votazione vanno al ballottaggio, se in precedenza nessuno ha raggiunto il quorum richiesto.
Con una simile normativa elettorale, nella quale tutti sono liberamente candidabili fino all’ultimo momento – normativa che va, se del caso, messa in discussione e modificata, ma rispettata fino in fondo finché vige -, qualsiasi procedura intermedia, che funga da drenaggio di gruppi o candidati, finisce per costituire inevitabilmente, al di à delle pur positive intenzioni, una restrizione della democrazia.
Confesso che, pensando ai bisogni di democrazia e di partecipazione della Sapienza, a me vengono in mente prioritariamente due questioni.
La prima riguarda il riconoscimento della piena dignità di tutte le componenti della comunità accademica nella vita dell’università, anche attraverso la revisione dello Statuto e dei Regolamenti; penso ad esempio al ruolo dei ricercatori, ma anche al peso eccessivamente squilibrato attribuito al personale tecnico amministrativo proprio nell’elezione del Rettore, che diventa paradossso in rapporto al peso elettorale degli studenti di alcune facoltà.
La seconda, ma non meno importante, riguarda il pieno recupero di un confronto progettuale, aperto, critico, su tutti i temi della comunità accademica, dalle grandi questioni, a quelle meno strategiche, ma che incidono sulla vita quotidiana di lavoro e di studio, in modo da far rinascere tra tutti i colleghi la motivazione a partecipare e a portare il proprio contributo nelle scelte di governo della Sapienza; in questo certamente, potrà essere decisivo aprire una nuova fase di piena autonomia degli Atenei Federati, realizzando anche tutte le condizioni operative per la loro piena funzionalità.
Se volessimo applicare quest’ultimo principio all’elezione del Rettore, immagino un percorso che eviti di vincolare in schieramenti e tenda, viceversa, ad aprire il più possibile il confronto. Non penso, insomma, a programmi predefiniti ai quali aderire, semmai con il proprio piccolo contributo, ma a sedi di discussione, anche dell’intero corpo accademico, ove far maturare idee, proposte, progetti e far emergere le personalità più idonee a rappresentare il sentire comune della Sapienza e, quindi, ad essere candidati autorevoli alla carica di Rettore.
Il mio sogno, ma credo il sogno di molti, è quello della Sapienza che torni ad essere sede dei valori accademici, di comunità solidale di cultura, di scienza e trasmissione di conoscenza, che celebra con solennità l’elezione del proprio Rettore. Tutto altro e diverso, quindi, dalla politica e dal sistema dei partiti, il quale, al contrario, può trarre indicazioni e prospettive dal suo sapere.
Un cordiale saluto
Roma, 14 aprile 2008
Gianni Orlandi
Lettera dei colleghi della Sapienza che vorremmo
Al personale docente
Al personale tecnico-amministrativo
Ai rappresentanti degli studenti
Roma, 8 aprile 2008
Si avvicina la scadenza dell'attuale mandato rettorale.
Presto saremo chiamati a votare. Si tratta di un momento
particolarmente difficile per l'università italiana, retrocessa nella
scala delle priorità del paese. Per La Sapienza, i problemi si sono
posti e si pongono in modo più acuto e ne hanno determinato negli
ultimi venti anni un forte declino, in confronto sia con altri atenei
italiani sia, soprattutto, con quelli di altri paesi europei.
Da questa consapevolezza ha preso le mosse una riflessione sulla
situazione attuale e sui modi possibili per invertire le tendenze in
atto. Essa ha cercato di raccogliere e ordinare le valutazioni
critiche che molti di noi si scambiano nel loro vivere quotidiano
all'interno dell'Università e i suggerimenti costruttivi che pure
vengono proposti. Il risultato è il documento che presentiamo alla
vostra attenzione, un manifesto propositivo, intitolato La Sapienza
che vorremmo: riorientarsi alla qualità e all'eccellenza.
Vorremmo tornare ad essere orgogliosi della nostra università;
vorremmo che riacquistasse la capacità progettuale espressa negli
anni Ottanta.
Riteniamo che sia possibile, seppure in tempi non brevi, valorizzare
le capacità, le competenze e le professionalità presenti,
riconquistare alla Sapienza un ruolo importante nell'alta formazione
e nella ricerca, nel panorama internazionale. Questo è
particolarmente importante per i giovani che continueranno ad operare
nella nostra Università per molti anni ancora e desiderano poterlo
fare in un ambiente dinamico, pronto ad accogliere le sollecitazioni
che gli sviluppi del progresso scientifico e della società
richiederanno.
Occorrono quindi scelte coraggiose, discontinuità di governo;
soprattutto, occorre l'impegno convinto di ciascuno di noi. Esso deve
esprimersi nella coerenza delle scelte rispetto al riorientamento
prospettato; nella disponibilità ad assumere responsabilità ai
diversi livelli; nella trasparenza del contributo alle decisioni
collettive.
Non tutte le idee e le linee di evoluzione proposte nel documento
troveranno consenso unanime. Se però ne condividerete il senso
complessivo, vi chiediamo di aggiungere le vostre firme alle nostre.
La volontà di cambiare risulterà chiara soltanto se le adesioni
saranno numerose. Essa potrà trovare un primo riscontro già nel
metodo di ricerca delle candidature a rettore, attraverso una
consultazione preliminare, così come viene delineato al punto 22 del
manifesto.
L'adesione può essere effettuata da qualsiasi postazione della
Sapienza mediante la compilazione del modulo elettronico presente nel
sito http://lasapienzachevorremmo.uniroma1.it, utilizzando login e
password personali indicate nel testo della e-mail; oppure, può
essere comunicata via e-mail all'indirizzo
lasapienzachevorremmo@uniroma1.it, specificando: nome e cognome;
corpo elettorale di appartenenza (docenti; personale tecnico-
amministrativo; rappresentanti degli studenti); per il personale
docente e tecnico-amministrativo, dipartimento o struttura di
appartenenza.
Al momento stesso dell'adesione o comunque entro il 10 maggio 2008,
gli aderenti possono segnalare, sempre con modalità automatica, fino
a due nominativi ritenuti idonei alla carica di rettore i quali
saranno elencati fra i candidati se avranno aderito al documento
entro il 15 maggio 2008 .
La consultazione primaria si svolgerà fra il 26 maggio e il 4 giugno
2008.
Vi ringraziamo per l'attenzione che dedicherete al documento e ci
auguriamo che possiate condividerne gli intenti e aderire.
Con i migliori saluti,
Luigina Aiello, Giorgio Alleva, Paolo Amati, Stefano Biagioni, Sergio
Bruno, Nicola Cabibbo, Graziella Caselli, Attilio Celant, Paolo De
Bernardis, Domenico De Masi, Ernesto Di Mauro, Viviana Egidi, Antonio
Fantoni, Laura Frontali, Antonio Golini, Paolo Lampariello, Stefano
Levialdi Ghiron, Guido Martinelli, Marta Olivetti Belardinelli,
Giovanni Vittorio Pallottino, Giorgio Parisi, Rossella Petreschi,
Sergio Pimpinelli, Claudio Procesi, Giancarlo Ruocco, Giovanni
Battista Sgritta, Gabriella Tocco, Alberto Zuliani