giovedì, luglio 09, 2009

Il MONDO DELLA CULTURA, DELL’UNIVERSITA’, DELLA RICERCA, DELL’ INNOVAZIONE CON IGNAZIO MARINO SEGRETARIO DEL PD

A suo tempo, in moltissimi, abbiamo creduto e ci siamo impegnati per costruire il Partito Democratico, pensando ad una formazione politica aperta al protagonismo diretto della gente, al di fuori di alchimie di vertice, capace di elaborare codici interpretativi adeguati di una società attraversata da cambiamenti continui e sempre più rapidi e di muoversi con una sicura direzione di rotta, che persino contribuisse ad avviare una vera e propria rifondazione del rapporto tra politica e cultura, tra politica e società.
Le cose sono andate in tutt’altro modo e non ci è stato dato che di vivere il disagio crescente per la disastrosa china nella quale è scivolato il PD e, in generale, la prospettiva di successo di una politica di centrosinistra. Con altri colleghi, prima delle elezioni europee, abbiamo inviato una lettera pubblica al segretario Franceschini, che ha riscontrato una fortissima condivisione nel nostro mondo, ponendo con franchezza i problemi, ma anche avanzando proposte di merito per ricominciare. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Né ha risposto ai nostri interrogativi l’avvio della fase congressuale che ha visto subito delinearsi due schieramenti che evocano inesorabilmente uno scontro di potere che sa di passato e viene da lontano e al quale siamo e vogliamo restare estranei.
E’ arrivata a questo punto la candidatura di Ignazio Marino, che cerca di parlare il linguaggio del cambiamento, della laicità delle idee, della ri-costruzione di un partito che dia accesso e favorisca il contributo di chiunque voglia impegnarsi, puntando a far emergere nuove energie. 
Nessuno schieramento fideistico e nessun affidamento acritico in proposito. Piuttosto la ragionata valutazione che la candidatura di Ignazio Marino, uomo che viene dal nostro mondo, rompe gli schemi, costituisce l’unica, possibile opportunità per aprire una fase del tutto nuova. 
Per queste ragioni, con molti colleghi abbiamo deciso di rinnovare la tessera del partito, di partecipare attivamente al congresso sostenendo la sua candidatura e invitiamo tutti i colleghi a fare altrettanto e a lavorare insieme per il successo nel congresso. Al tempo stesso, fin da ora dobbiamo impegnarci per sostanziare di idee e di contenuti il progetto del nuovo Partito Democratico, e fin da ora dobbiamo dire ad Ignazio Marino che saremo concretamente al suo fianco nella complessa opera di rinnovamento e per impedirgli di abbandonare i valori e le posizioni che oggi sta sostenendo. 

martedì, luglio 07, 2009

Siamo proprio un paese da terzo mondo...

Corriere della Sera

04/07/2009

L' odiosa gabella di Internet in hotel

Scritto da: Gian Antonio Stella alle 22:45

«E con un supplemento di venti euro può avere anche l' acqua calda». Se solo un hotel non dico esclusivo, non dico di lusso, non dico quattro stelle, non dico tre stelle ma perfino una qualunque locanda Teresina nella Bassa padana o una qualunque pensione Carmela sui monti Nebrodi osasse fare a un cliente un' offerta del genere, diventerebbe lo zimbello di tutti i siti Internet del mondo. L' acqua calda a pagamento la offrivano nell' Ottocento a Tex Willer e Tiger Jack, per un dollaro, gli alberghi spersi nelle praterie del Far West ma da decenni è, ovviamente, inclusa nel prezzo. Offrirla in cambio di un supplemento farebbe arrossire di imbarazzo anche l' albergatore più esoso, più tirchio, più ladrone. Lo stesso che invece, pare impossibile, riesce a non arrossire chiedendo un supplemento per un servizio che ormai viene dato gratis in larga parte del sistema alberghiero del mondo occidentale, compresi i camping dei grandi parchi canadesi sulle Montagne Rocciose: l' uso di Internet. Quindici euro qui, venti lì, addirittura 25 euro (quasi dieci di più di quanto paghi al tecnico telefonico per installarti una banda larga a Miami) in certi hotel celeberrimi di Firenze, Venezia, Roma o Milano per il collegamento 24 ore. Un «pedaggio» che risulta particolarmente inatteso e insopportabile ai turisti stranieri, che vivono la gabella per quello che è: una piccola e schifosetta rapina. Ordita, senza che intervengano le autorità amministrative e di governo, per sfruttare il cliente fino all' ultimo cent. Tema: è con queste furbizie indecorose che l' Italia pensa di arginare il calo sempre più vistoso e drammatico di un settore che una volta, nel non lontano 1970, ci vedeva al primo posto nel mondo e oggi ci vede slittati al quinto, con la prospettiva di scendere malinconicamente di altri gradini? Peccato. Peccato perché Internet potrebbe davvero aiutare il turismo italiano a superare questi tempi difficili. Uno studio della Commissione europea ha dipinto un quadro impietoso: il 34% delle prenotazioni alberghiere in Europa viene effettuato via Internet, attraverso il rapporto diretto tra l' ospite e l' hotel. Noi arranchiamo nelle postazioni di coda, con un misero 24%. Dieci punti sotto la media continentale. Nessuno stupore. Pochi mesi fa un rapporto di Eurostat aveva rivelato che, alla faccia delle promesse di Berlusconi (ricordate le tre «i»: inglese, Internet, impresa?) invece che andare avanti l' Italia online, unica al mondo, è andata indietro. Nel 2006 la diffusione di Internet toccava 43 famiglie su 100 contro una media europea di 54. Nel 2008, mentre gli altri salivano al 60, noi scendevamo al 42. La Francia (fino al 2006 eravamo alla pari) sta sopra di 20 punti, la Germania di 33, la Danimarca di 40, la Svezia di 42, l' Olanda di 44. E vogliamo parlare di rilancio del turismo e di nuove tecnologie? Ma per favore...