lunedì, febbraio 13, 2012


Università: se per i laureati «3+2» fa 6,5



13 febbraio 2012


Il Sole 24ORE


Ma quanto fa 3 + 2 ? Il dibattito scaturito dall'affermazione colorita del viceministro Martone («Laurearsi dopo i 28 anni è da sfigati») ha assunto i toni classici del confronto para-ideologico evitando accuratamente il "principio di realtà". Il problema della durata degli studi interseca direttamente quello della occupazione giovanile che è oggi un problema anche dell'Università.
L'attività di "placement" si è infatti andata ad aggiungere alle mansioni storiche dell'Università, la formazione e la ricerca, e a quella più recente del "fund raising" indispensabile per sostenerla. Se così è, allora qualche domanda in più sui temi (scomodi) delle scelte degli studenti e della durata degli studi dovremo pure cominciare a porcela.
Lasciamo da parte, per ora, la domanda più difficile: quella del "cosa studiare?". Difficile perché la risposta è nell'ambito delle scelte individuali, delle attitudini, e delle speranze (ma una società colta e organizzata qualche indirizzo dovrebbe fornirlo...) e perché, oggettivamente, viviamo un'epoca di cambiamenti esponenziali che rendono difficile sapere quale formazione specifica servirà tra cinque anni, in che lingua, e per essere esercitata dove. Un problema enorme che dovrebbe portarci a riflettere sui contenuti della formazione, e sulla "durata" delle conoscenze che impartiamo.

Scale of the universe