lunedì, dicembre 24, 2007

E' interessante l'articolo su La Repubblica del 23 dicembre 2007

L'Italia non è triste ma è solo schifata

di Eugenio Scalfari

Non è vero che gli italiani siano improvvisamente diventati pigri e tristi. Non è vero che solo piccole minoranze siano ancora animate dalla voglia di intraprendere e di farsi largo nel mondo. Questa è una rappresentazione distorta della realtà, affidata alle rozze domande di rozzi sondaggi.
Gli italiani di provincia e di città hanno voglia di fare e anche di ridere e divertirsi. Di pensare con la propria testa e di non farsi imbonire.
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No, colleghi del "New York Times" il nostro non è un Paese né triste né inerte. Semmai è un Paese indignato che non si sente rappresentato oggi come ieri come l'altro ieri e più indietro ancora, fino ai Viceré di triste memoria. L'hanno fatto diventare un Paese anarcoide e allo stesso tempo pronto a farsi cavalcare dai potenti di turno. Ma ci sono ancora - e sono tanti - che rifiutano questi attributi e si aspettano un cambio di marcia e nuove speranze.



sabato, dicembre 08, 2007

De Rita, nel presentare il 41° Rapporto del Censis sulla situazione sociale del paese, ha denunciato "il processo di desublimazione" che sta disgregando l'Italia, "una società mucillagine al posto dello sviluppo del paese". E' interessante l'articolo di Rosaria Amato su La Repubblica del 8 dicembre 2007.

Una società che ha perso le passioni, e che ha solo impulsi: "Abbiamo solo gente che aspira alla presenza, al suo momento di piece, come l'impulso ad esistere fosse l'unico rimasto dentro di noi. Una società mucillagine dove tutte le componenti stanno insieme perché accostate, non perché siano integrate". De Rita parla di "processo di desublimazione": "La libertà diventa disponibilità di se stesso, l'etica un elenco di 128 indicatori, la scuola un parcheggio: stiamo subendo un processo di desublimazione, per cui noi al popolo, e allo sviluppo di popolo, non possiamo più credere". 

Anche interessante è l'articolo di commento di Dario De Vico "Le libere minoranze" sul Corriere della Sera del 8 dicembre 2007.

"...ha ragione De Rita nel riporre le sue speranze nell’azione delle minoranze. Chi non ha bisogno di esercitare il potere per esistere, chi vive e opera in unmondo aperto ha forse a questo punto la responsabilità di rimboccarsi le maniche e cercare di incidere sull’ «inerzia maggioritaria» che avviluppa il Paese. Il futuro non aspetta i pigri."

giovedì, dicembre 06, 2007

"CON UNA LETTERA APERTA AI CANDIDATI ALLE PRIMARIE DEL PARTITO DEMOCRATICO ABBIAMO VOLUTO PROPORRE UNA MODALITA' DI PARTECIPAZIONE INFORMATA ALLA VITA POLITICA. UNA PARTECIPAZIONE CHE CONSENTE DI RACCOGLIERE PROPOSTE E NON SOLOPROTESTE. UNA PIATTAFORMA INFORMATICA CHE PROPONIAMO A TUTTE LE FORZE POLITICHE AFFINCHE' UNA PARTECIPAZIONE INFORMATA DA PARTE DEI CITTADINI RIDUCA LA LORO DISTANZA ED IL LORO DISTACCO DALLA POLITICA PUBBLICA. LA POLITICA ITALIANA NECESSITA DI INNOVAZIONE SIA NEI CONTENUTI CHE NEI PROCESSI. SOLO PROCESSI REALMENTE PARTECIPATI POSSONO ESSERE UNA INIEZIONE DI VITALITA' PER LA DEMOCRAZIA."
Innovare la partecipazione alla politica Care/i tutte/i,da tempo sviluppiamo esperienze e riflessioni intorno ai modelli di partecipazione informata che l'interattività di Internet consente.Queste esperienze di cittadinanza non sono riducibili ad una realtà virtuale parallela, quale second Life; costituiscono invece una concreta modalità di partecipazione propedeutica ed estensiva di quella fisica. Sono diversi gli esempi di social networking: dall'Agenda 21 in rete attivata da molte amministrazioni locali, ai quarantamila genitori, insegnanti e studenti che autoconvocandosi in rete riempirono un sabato pomeriggio Piazza del Duomo a Milano contro la riforma della scuola "Moratti", fino ad arrivare all'eruzione di Grillo. Un processo costituente che, in una democrazia compiuta dopo il secolo delle ideologie e della democrazia bloccata, vuole segnare una svolta, deve scardinare i confini stretti dell'attuale sistema politico. Deve saper proporre forme nuove ed efficaci di partecipazione all'elaborazione degli indirizzi politici e programmatici, e alle scelte conseguenti, in modo da cogliere in tempo reale i segnali di una realtà che muta rapidamente e pone continuamente problemi complessi ed inediti. Inclusione, accesso alle informazioni e alle conoscenze, confronto e valorizzazione delle differenze, sono i fattori costitutivi di forme della partecipazione politica capaci di produrre condivisione, responsabilità e motivazione. Che sappiano coinvolgere il più possibile le diverse sensibilità e le varie competenze in modo da essere in grado di elaborare continuamente codici interpretativi adeguati alla realtà. Quindi contenuti, proposte, non solo critica. La rete Internet può contribuire in modo decisivo alla creazione di queste condizioni. Se i costituenti del Partito Democratico sapranno attivare una pratica di partecipazione informata daranno vita ad un modello di interesse più generale. Che certamente influenzerà positivamente gli sviluppi delle altre dinamiche politiche aggregative. Che certamente concorrerà a migliorare la qualità del confronto politico, sottraendolo alle derive personalistico-plebiscitarie dello spettacolo per riconsegnarlo alla sobrietà di passioni e proposte che si misurano sull'efficacia nel rispetto reciproco. L'appuntamento delle primarie del Partito Democratico deve già costituire una occasione per la "buona politica", per una pratica interattiva che veda nella rete Internet una possibilità di relazione aperta e non una estensione broadcasting-vetrina del rapporto tra personaggio politico e spettatori-elettori. La "piattaforma" che proponiamo ci auguriamo quindi che diventi un patrimonio comune a tutte le culture politiche.
Fiorello Cortiana Gianni Orlandi Stefano Rodotà

domenica, dicembre 02, 2007

Segnalo la mia replica "Un consiglio al professor Frati" pubblicata sul Corriere della Sera del 30 novembre 2007 alla risposta del Prof. Frati, pubblicata sempre sul Corriere della Sera del 29 novembre 2007, al mio articolo sui problemi del Policlinico Umberto I "Policlinico, una ricetta", pubblicato sul Corriere della Sera dell'11 novembre.