domenica, ottobre 14, 2007

Riporto l'articolo sulle vicende della Sapienza che mi è stato pubblicato sul Corriere della Sera del 9 ottobre 2007.

09-OTT-2007
CORRIERE DELLA SERA
cronaca di Roma, pag. 1
Direttore: Paolo Mieli

Ateneo, inchieste, rilancio
SULL'ONORE DELLA SAPIENZA
di GIANNI ORLANDI


Alla Sapienza, sono in corso inchieste della magistratura. E' inevitabile un senso di preoccupazione e di malessere in chi ci studia e in chi ci lavora con impegno e senso di appartenenza. Certamente pervade anche tanti cittadini che hanno sempre guardato con rispetto e orgoglio a questa istituzione culturale di prestigio internazionale.
Niente da dire in ordine al giudizio sui fatti, che spetta soltanto agli organi competenti. Qualcosa da auspicare sul come debba agire in questa circostanza l'ateneo. Un principio dovrebbe fungere da guida: onorare l'istituzione universitaria come sede di costruzione e trasmissione della conoscenza, ma anche come luogo di avanzato civismo, vera e propria scuola dei valori di etica civile. Spetta, quindi, a chi governa La Sapienza aprire le porte a chi sta indagando. facilitare il loro compito, mettendo a disposizione ogni documentazione possa rivelarsi utile, favorire in ogni modo l'accertamento, nei tempi più rapidi possibili, della verità e, qualora ci fossero, delle eventuali responsabilità. Ma per tornare a sognare la nostra università come tempio laico dei saperi e della democrazia, serve qualcosa di più. Un'impennata di orgoglio della più grande università d'Europa, un sussulto delle tante energie positive che la popolano per perseguire tre obiettivi: 1) rendere trasparenti procedure e decisioni di spesa, specialmente nel momento in cui si sta avviando un rilevante progetto di acquisizione di arre e costruzione di nuove sedi con una significativa massa di appalti; 2) far trionfare il merito rifuggendo con puntigliosità da ogni fenomeno di famigliopoli nel reclutamento dei giovani; 3) puntare con determinazione ad innestare un impegno straordinario e diffuso per far crescere la qualità nella didattica, nella ricerca, nella gestione.
Queste vicende spiacevoli possono diventare l'occasione per il rilancio della Sapienza. Perché diventi capofila nella necessaria operazione di sviluppo e di recupero di competitività del sistema universitario e di ricerca del Paese. Perché concorra a costruire nella città, e specie nei giovani, la cultura della legalità e il senso delle istituzioni. Perché restituisca alla nozione stessa di istituzione universitaria pubblica la valenza di sede alta di sapienza, dove si guarda ai valori e al futuro, dove si forgiano coscienze e conoscenze per una classe dirigente all'altezza delle sfide della società globale e in grado di innestare quel profondo processo di rinnovamento di cui hanno bisogno il nostro sistema politico, la nostra democrazia e la nostra società.

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