lunedì, luglio 14, 2008

Ennesima classifica delle università italiane sul Sole 24 Ore del 14 luglio 2008 vede La Sapienza in posizione arretrata
Sul Sole 24 Ore del 14 luglio 2008 è uscita l’ennesima classifica delle università italiane. Anche questa volta la Sapienza è lontana dalle prime posizioni, al 50esimo posto. Ai primi posti ci sono università più piccole e i due Politecnici del nord. Il Politecnico di Milano conquista la prima posizione.
Certamente, occorre analizzare meglio e mettere a punto gli indicatori per una valutazione più complessiva e puntuale degli atenei del paese. Tuttavia, se le numerose valutazioni pubbliche e private, ufficiali e non, pongono costantemente la Sapienza in posizioni arretrate, significa che qualche problema c’è.
E i problemi sono molti. Ce ne accorgiamo quotidianamente: lavorare e studiare nella nostra università diventa sempre più difficile. Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza Sapienza.
Non è più possibile continuare con politiche minimali che puntano a piccoli aggiustamenti e non determinano un cambiamento generale di rotta.
Occorre una forte discontinuità che sia in grado di ridare energie e prospettive alla Sapienza, di valorizzare qualità e merito in essa largamente presenti, di rendere la sua dimensione e la sua multidisciplinarietà una risorsa e non un ostacolo e una causa di immobilismo.
Gli Atenei Federati possono essere uno strumento cruciale. Occorre, però, puntare decisamente e subito su di essi dotandoli di una autonomia gestionale e finanziaria forte. In questo modo è possibile ridisegnare l’assetto della nostra università, ormai non più governabile in forma accentrata, ridefinendo le funzioni centrali e gli stessi poteri del Rettore nella logica di una nuova governance di unitarietà e decentramento.
Si può coniugare, così, positivamente la snellezza e la dinamicità degli Atenei Federati con la complessità e l’interdisciplinarietà del sistema Sapienza.
Gli Atenei Federati, di dimensioni più governabili, possono consentire una gestione più efficiente, una maggiore funzionalità delle strutture e, quindi, la possibilità di incrementare la competitività nazionale e internazionale della ricerca e raggiungere più alti livelli nella didattica. Certamente sarà necessario procedere contestualmente ad aggiustamenti rispetto alla composizione culturale delle diverse aggregazioni, in modo da esaltare le sinergie scientifiche.
La Sapienza centrale, liberata da funzioni non più gestibili a livello accentrato e che finiscono per appesantirla, può recuperare un ruolo autorevole nel paese e nel sistema universitario nazionale, diventando riferimento per una politica di rilancio del sistema università e ricerca.

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