mercoledì, luglio 09, 2008

Lettera con cui ho comunicato la mia candidatura alla carica di Rettore alle Colleghe e ai Colleghi della Sapienza

Care Colleghe e cari Colleghi,
mi candido nelle elezioni del Rettore. Una decisione meditata e anche sofferta che ho assunto definitivamente in queste ultimissime ore.
La mia scelta è maturata per le sollecitazioni di molti colleghe e colleghi nelle quali ho sentito l’intelligenza critica accompagnata dalla passione per la nostra università. I due più preziosi punti di forza, che so essere diffusi in tanti docenti e in tanto personale tecnico, amministrativo, bibliotecario, socio-sanitario, e che rappresentano la più importante risorsa e la vera garanzia per una prospettiva di rilancio della Sapienza. Senza di essi non vi sarebbe possibilità di un futuro autorevole e prestigioso per la nostra università e senza di essi perderebbe senso qualsiasi candidatura a Rettore che guardi in alto e pensi in grande.
Ora, la vera e propria emergenza Sapienza, che vive nel contesto di sofferenza dell’intero sistema universitario e di ricerca del paese, ci chiede di tradurre intelligenza critica e passione in qualità di governo ed efficienza di gestione, in capacità di pensare scenari di medio e lungo termine e di livello nazionale e internazionale, mentre si dà risposta ai singoli e specifici problemi della vita quotidiana di studio e di lavoro.
A questo è chiamato il Rettore, che deve essere sollecitatore e facilitatore dell’impegno di tutti i componenti della comunità accademica e, al tempo stesso, autorevole rappresentante della storia e del prestigio della Sapienza nei contesti accademici e istituzionali, locali, nazionali e internazionali.
Questa consapevolezza nasce dall’attenta osservazione della difficile fase che stiamo attraversando, con un carico di problemi anche strutturali irrisolti, che rendono sempre più arduo lavorare e studiare nell’università, ai quali si aggiungono nuovi ostacoli, a partire dai tagli di risorse per il sistema universitario e di ricerca. Ma nasce anche dalla mia storia personale che mi ha consentito di vivere sia l’esperienza di partecipare ai diversi livelli di governo della Sapienza, fino a quello del pro rettorato, che quella recente di esserne assolutamente estraneo. Un connubio di vicino e lontano che regala uno sguardo ricco di una visione strategica, arricchita dallo spessore di chi conosce perché vive i disagi, le problematiche, le aspettative, le delusioni giornaliere di ciascun lavoratore della nostra università. Uno sguardo che ritengo un patrimonio pregiato e irrinunciabile, forse indispensabile, per assicurare alla Sapienza un Rettore che segni il cambiamento.
E noi possiamo realizzare il cambiamento.
Sarà necessario, però, concentrarsi sulle questioni prioritarie, che torno a rievocare:
- puntare sulla qualità della Sapienza, costruendo le condizioni per valorizzare le competenze ed eccellenze dei docenti e del personale tecnico amministrativo in modo da assicurare alti livelli nella formazione, competitività nazionale e internazionale della ricerca, efficienza della gestione e funzionalità delle strutture;
- realizzare la Sapienza come sistema federato compiuto, basato su una piena autonomia economica e gestionale degli Atenei, che ridisegni l’assetto della nostra università, ormai non più governabile in forma accentrata, fino alla ridefinizione dei poteri del Rettore nella logica di una nuova governance di unitarietà e decentramento;
- assicurare il risanamento finanziario attraverso meccanismi virtuosi di gestione della spesa a partire dalla valorizzazione degli investimenti nella ricerca e attraverso la determinazione di meccanismi nazionali di finanziamento basati sulla qualità e il merito, per i quali la Sapienza può essere riferimento.
Gli obiettivi sono ambiziosi e non semplici, ma segnano la svolta che possiamo imprimere al futuro della Sapienza e all’intero sistema universitario e di ricerca, per ricostruirlo come luogo principe di formazione e trasmissione della conoscenza e come riferimento culturale per le grandi scelte strategiche del paese. Per essi sento ancora una volta la possibilità di sognare e la spinta e la volontà di realizzare i sogni impegnandomi insieme alle Colleghe e ai Colleghi, che spero partecipino sempre più numerosi e sempre più attivamente al governo della Sapienza.
Un caro saluto.
Roma, 8 luglio 2008

Gianni Orlandi

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