lunedì, luglio 07, 2008

Quale il futuro di Roma e del paese. Il commercio o l'investimento in ricerca e innovazione. Su questo tema è stato pubblicato un mio articolo sul Corriere della Sera del 7 luglio 2008


Il commercio e le anime della città

di Gianni Orlandi

 

Qualche giorno fa a Roma è stato aperto un altro centro commerciale, Euroma2, enorme, con 230 negozi, 20 ristoranti e 4000 posti auto. Si afferma così anche nella nostra città la tendenza, iniziata negli Usa molti anni fa, di realizzare vere e proprie cittadelle dello shopping, ove il cittadino è celebrato come consumatore, al quale, in ambienti sempre più confortevoli e lussuosi, viene offerta, come metafora della crescita illimitata e del benessere,  la possibilità di comprare ogni tipo di merce, ma anche di passeggiare, incontrarsi, condividere le esperienze, fruire di intrattenimenti. Il luogo del consumo, insomma, agito come luogo collettivo di impiego del proprio tempo, di articolazione dei rapporti umani, di formazione di opinioni, orientamenti, valori, sostituto immeritato della piazza, spesso magnificamente vestita di arte, che ha costituito storicamente il centro pulsante della civis. Il dubbio è obbligato. Siamo certi che tutto ciò funzioni, con prospettive durevoli di sviluppo? Che la società della conoscenza debba erigere a proprio totem la sede della massima espressione del piacere voluttuoso, quanto improvvido e iniquo dello spendere?

Con il nuovo centro commerciale si creano 2000 nuovi posti di lavoro, preziosi per i giovani romani e per l'economia del territorio. Siamo certi che ai giovani romani debbano essere offerte crescenti opportunità di occupazione come commessi o magazzinieri e sempre meno come ingegneri, fisici, biologi, nonostante a Roma vi sia la massima produzione di laureati, il 13% dell’intero paese? Non è difficile giungere alle conclusioni che delineano il circolo vizioso di una realtà locale sempre meno in grado di offrire prospettive ai talenti, di attirarne di nuovi, in una spirale di declino rispetto agli unici fattori vincenti  per il futuro, ricerca, innovazione, tecnologia, creatività. Spetta agli amministratori pubblici adempiere alla propria funzione di governo orientando le direttrici di crescita del nostro territorio e operando le necessarie scelte di priorità negli incentivi e negli investimenti pubblici, nella politica industriale.

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