lunedì, settembre 22, 2008

La mia risposta al contributo "La Sapienza delle donne?" di alcune Colleghe della Sapienza


Care Colleghe,

sono assolutamente convinto che la valorizzazione della ricerca, come percorso essenziale per puntare sulla qualità della Sapienza, debba prevedere uno specifico impegno dedicato agli gender studies.
Trovo quindi ottima l’ipotesi di dare vita nella Sapienza ad un vero e proprio Centro Studi, che consolidi e supporti le esperienze già in atto e realizzate e possa costituire riferimento culturale per l’azione dello stesso Comitato pari opportunità.
Penso, ad esempio, a come avrebbe rappresentato utile punto di riferimento anche per le stesse attività che ho potuto sviluppare in questi ultimi anni presso il mio Dipartimento di Scienza e tecnica dell’informazione e della Comunicazione, in particolare con due Laboratori che hanno vinto progetti finanziati dalla Regione Lazio: un Laboratorio per lo sviluppo di idee imprenditoriali innovative nel campo dell’ICT, che prevedeva l’inserimento con borse di studio di giovani ingeneri stagisti, per il quale abbiamo selezionato il 50% di ragazze, tre delle quali hanno poi dato vita ad uno spin off, forse tra i pochi high tech composto solo di donne ingegnere; il Laboratorio FormaOriemtaInnova che sta realizzando un Master in Tecniche per la Multimedialità, per il quale abbiamo selezionato ancora una volta il 50% di ragazze, 10 laureate su 20 partecipanti, e che sta sperimentando azioni di orientamento di genere tra le studentesse di ingegneria della Sapienza, dell’Università dell’Aquila, nell’Università Politecnica delle Marche. Piccoli esempi delle possibilità di azione e delle potenzialità che potrebbero crescere con una sede stabile come il Centro Studi.
Condivido l’ipotesi di creare una struttura che sia Centro di ricerca interdisciplinare sulle tematiche di genere, ma che svolga anche le funzione di Centro di servizio, finalizzato a facilitare l’espressione dello studio e della ricerca in materia, dalla costruzione di reti di rapporti e sinergie tra le diverse attività e le diverse competenze presenti nella Sapienza, dall’accesso ai finanziamenti, sia a livello regionale e nazionale, che a livello europeo e internazionale, dalla gestione di tutte le attività di amministrazione dei progetti, alla diffusione e pubblicizzazione dei risultati degli studi e delle ricerche, in modo da rappresentare un centro di diffusione di conoscenza e di attrazione di talenti e di giovani nel territorio e a livello nazionale e internazionale.
In tal senso, vedo con molto interesse la vostra proposta di proiettare l’attività del Centro di Servizio anche in direzione della progettazione di servizi alle donne: penso, ad esempio, all’empowerment progettato in stretto collegamento con la ricerca interdisciplinare, e, quindi con la possibilità di vederne tutte le implicazioni, da quelle più strettamente psicologiche, a quelle collegate ad una visione di genere del benessere, fino ai percorsi per la valorizzazione in campo professionale.
Ovviamente, un Centro di questo tipo, dovrebbe essere dotato di una sede fisica e virtuale e di tutti gli strumenti tecnici, organizzativi e finanziari per poter operare concretamente.
Con tutto ciò la Sapienza potrebbe dare un importante contributo anche alla rivisitazione e all’avanzamento delle politiche di mainstreaming, in modo da renderle sempre più adeguate a cogliere l’evoluzione delle problematiche di genere e le diverse problematiche delle donne, nella società globale.
Continuo a sognare così la Sapienza, come una istituzione culturale pubblica, sede di formazione e di trasmissione di conoscenza, agente di sviluppo e di progresso, per le donne e per gli uomini, per i giovani e per gli anziani, per i cittadini italiani e per gli immigrati che vivono nel nostro territorio.
Un caro saluto.
22 settembre 2008
Gianni Orlandi

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